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Difendersi dalle Recensioni Negative o Fake – Corsi SEO Online Lolli Group

Le recensioni fasulle o recensioni fake, prima o poi, capiteranno: come difendersi dalle recensioni negative su Google, Facebook o su altre piattaforme, ad esempio Google My Business?
La recensione falsa, specie se condita con epiteti rabbiosi e diffamatori, è tipica del nostro tempo. Una volta era ciò che si riferiva alla portinaia, la quale poi spargeva la voce, a valere come “verbo”. Ora, pur mantenendo la portinaia – quando esiste – un ruolo estremamente importante per la diffusione orale, i social e in generale internet sembrano l’ultima spiaggia degli haters di professione o amatoriali.

Le recensioni negative danneggiano l’azienda

Alcuni studi recenti hanno confermato che più di un utente abbia interrotto il proprio acquisto online prima di arrivare alla fine, proprio per colpa di recensioni negative lette durante il processo di acquisto.
E queste, per gran parte, vengono scritte da concorrenti, o da veri e propri haters professionisti.

D’altronde ci sono moltissimi siti che sbagliano comunque acquistando dei commenti positivi, che sperano possano innalzare la popolarità e la capacità di vendita.
Il mercato è florido, ci sono molti siti esteri che offrono la possibilità di acquistare, con più o meno anonimato, dei commenti fake per qualsiasi piattaforma.

YouTube o Facebook, oppure Google My Business e Google Map, ma anche Twitter o forum privati e gestiti in autonomia.
Per ogni luogo virtuale ove ci sia la possibilità di scrivere, esiste un servizio che permette di acquistare un commento.

Ci sono quelli che lasciano solo una valutazione basata sulle “stelle”, come ad esempio su Google MyBusiness, altri che infieriscono in tutti i modi possibile.
La valutazione fake, o recensione negativa, è l’equivalente da “adulti” e mai le virgolette sono state spese meglio, del bullismo a scuola. Se ci pensate gli adolescenti che tentano di farsi notare con atteggiamenti da torelli pieni di ormoni, se non da veri e propri delinquenti, applicano la stessa attività sui profili dei propri compagni da sottomettere.
Come il bullo del quartiere scrive su Facebook insulti alla ragazza o ragazzi di turno, il censore fake lascia commenti negativi attraverso i social.
Nello stesso modo si nasconde, ed evita ogni sistema per farsi rintracciare e riconoscere.
Perchè nessun bullo, adolescente o adulto, ci metterà mai la faccia.

Come cancellare valutazioni negative

Vediamo l’esempio più frequente, e più semplice per il disturbatore fake. Il commento su Google MyBusiness da 1 stella, seguito o meno da insulti o minacce. L’unica via che non dovrete scegliere è quella di far finta di nulla. Il commento da solo non se ne andrà, e anche il commento più stupido potrebbe essere preso per vero da uno dei vostri clienti.

Inoltre Google, se anche non ne parla esplicitamente, probabilmente nel proprio algoritmo ha una valutazione positiva per chi presta del tempo a rispondere ai commenti, specialmente se si tratta di commenti negativi.

In fondo i computer non possono – ancora – interpretare una valutazione, e non possono capire del tutto se corrisponda alla verità oppure sia solo ed esclusivamente un fake.

Questo ovviamente è vero fino a un certo punto. Se chi vi ha dato un commento negativo, o una stella, è un profilo che ha solo uno o due commenti all’attivo, che non ha foto, che non ha alcuna attività se non l’apertura del profilo il giorno prima del commento rilasciato, è evidente si tratti di un fake, e con la stessa evidenza anche Google lo prenderà in considerazione.

Proprio per questo motivo acquistare commenti, o like, o amicizie Facebook attraverso le cosiddette fabbriche di fake, non solo non ha alcun valore nel posizionamento SEO, ma rischia di essere molto controproducente.

Migliaia e migliaia di like in un paio di giorni non serviranno ad altro che farvi scendere in qualsiasi classifica SEO si trovi sul web, da qualsiasi motore di ricerca.

fake-google-review-cancellare-eliminareTornando al nostro commento fake, recensione falsa, a fianco a ogni recensione di Google MyBusiness, ad esempio, c’è un pulsante per inviarla in revisione e Google, oppure una bandierina che svolge la stessa funzione. Per arrivarci dovrete cliccare sui tre puntini (uno sull’altro) che sono proprio a fianco di ogni commento, come si vede anche nell’immagine.

La violazione delle norme di pubblicazione di Google segue regole ben precise, e una volta cliccato sul pulsante sarà possibile aggiungere la propria mail, dove si riceverà la conferma della segnalazione, e indicare il motivo fra quelli proposti da Google. Di solito il commento si presenta come inappropriato, lesivo, oppure addirittura potrebbe incitare all’odio, o rappresentare una vera e propria diffamazione.

Denunciare alle autorità

Troppo spesso in Italia si ha scarsa fiducia nel lavoro delle autorità competenti. Molte, moltissime volte si preferisce lasciar perdere e non andare a denunciare fatti simili, ovviamente se siano di una certa gravità.

Al contrario dovremmo invece fare tutti, specie quando i commenti fake rappresentino, come già detto, una vera e propria diffamazione, e non si limitino alla singola stellina o dislike.

Davanti a parole forti e pesanti, davanti a una aggressione avvenuta via web invece che di persona, dovremmo andare dai Carabinieri, dalla Polizia, e presentare denuncia. Penseranno poi loro a raccogliere le informazioni e passarle alla sezione della Polizia Postale, che si occuperà delle indagini.

Anche in questo caso non dobbiamo essere troppo negativi. Sono troppi i film di hackers che ci hanno fatto vedere, ma la realtà è molto diversa. Nonostante tutte le accortezze per camuffarsi in rete, per sparire dietro DNS e IP di nazioni estere, o utilizzare Tor Browser o strumenti simili che – crediamo – ci garantiscano l’anonimato, i reparti speciali degli inquirenti impiegano solo pochi attimi per rintracciare l’indirizzo IP di partenza. Da lì possono avere subito l’intestazione, e risalire immediatamente al computer, o ai computer, che hanno generato il commento fake, diffamatorio.

Ovviamente non potranno essere presi in considerazione commenti senza queste caratteristiche, ma chi sfoga la propria rabbia repressa con una serie di insulti verso di noi o verso la nostra azienda, dovrebbe preoccuparsi leggermente di più delle conseguenze a cui possa andare incontro.

E se proprio vuole fare il bullo, che lo faccia almeno a volto – e nome – scoperto.

Corsi SEO Online Lolli Group – 5 segreti per email marketing perfette

Le campagne email marketing stanno tornando ad avere l’impatto di qualche anno fa sul pubblico, ma per ottenere il massimo bisogna sempre conoscere qualche trucco in più degli altri.
Ecco alcuni – 5 per ora – suggerimenti per ottenere campagne email di grande rendimento, che abbiano tassi di conversione molto elevati.
Se anche a te è capitato di non vedere riscontro per le tue campagne di email marketing e marketing digitale, nonostante la preparazione attenta, allora questi 5 segreti potranno aiutarti a ottenere finalmente un risultato degno delle aspettative.

Segreto 1 – Oggetto che attiri interesse

Non è indispensabile scrivere come il migliore dei gironalisti per trovare un oggetto per la tua email marketing che possa incuriosire e attrarre il tuo pubblico. Certo, potrai non essere un professionista come noi di Lolli Group, che con le parole lavoriamo ogni giorno, specialmente se ti dedichi a una professione o hai una azienda dove il tuo ruolo non ha molto a che vedere con la scrittura.

Devo trovare un modo, però, di ottenere un oggetto interessante per quello che scrivi nella tua email. Se non hai dimestichezza con le parole giuste, o chiedi a chi le conosce, e può trovare l’oggetto giusto per te e per le tue email marketing, oppure impegnati e inizia a scrivere, anche su un foglio di carta, gli argomenti di cui vorrai trattare. Prova a immaginare la tua storia, metti insieme i pezzi, infine dagli un titolo giusto.

Per averlo cerca di essere conciso e arrivare subito al punto. Un titolo deve contenere subito l’oggetto di interesse, devi togliere tutto quello che non serve – gli avverbi, ad esempio – e ridurlo al minimo indispensabile. Fallo leggere a qualcuno che non sia tu, e cerca di capire se ha intuito di cosa vorrai parlare.

Ricordati che il titolo è la prima presentazione della tua email marketing. E’ quello che fa decidere a un utente di cancellarsi dalla mailing list oppure aprirla.

Segreto 2 – Scegli il momento giusto

Alcuni strumenti per inviare le email, Sendinblue ad esempio, nel pacchetto premium permettono di scegliere automaticamente l’orario migliore per inviare la mail. Questo è basato semplicemente sul “ricordo” del server di invio, che sa a che ora i tuoi destinatari hanno aperto la mail, negli invii precedenti.

Sul web troverai molti pareri diversi fra loro, tutto e il contrario di tutto. Per chi lavora molto di sicuro la mattina non è un momento tranquillo, tanto che uno studio dichiarava che i manager fossero più propensi a leggere le mail marketing il sabato mattina, verso le 10. Per molti altri l’orario di ufficio può andare bene, e si è visto che il martedì e il giovedì si riescono ad ottenere risultati migliori.

Gli studenti ad esempio saranno più disponibili dopo le 15, quando siano usciti da scuola e magari abbiano anche finito di mangiare, mentre altri lavoratori hanno un accesso solo limitato alla posta elettronica durante la giornata lavorativa.

In generale partite con un orario e un giorno che vi pare buono, poi controllate e cambiate. Fate dei test, delle prove, e alla fine otterrete in momento migliore di invio per i VOSTRI utenti. Non fate come un nostro vecchio cliente, che si era imposto di mandare le mail sempre e solo il giovedì, e nonostante il calo drastico delle letture, continuava a mantenere lo stesso giorno di invio.

Segreto 3 – Scegli le parole giuste

Sembra la parte più banale, ma la maggior parte delle mail sono sgrammaticate e scritte malissimo. Molte volte sembra che nemmeno sia stata riletta una email marketing, e questo non può andare bene.

Inoltre non insistete continuamente con le stesse parole chiave, perchè chi legge arrivi a pensare di essere preso per scemo. Non badate a tutte le scemenze che si leggono sul web a proposito del SEO, in questo caso pensate solo al destinatario. A voi piace quello che c’è scritto? Comprereste il prodotto o il servizio che avete descritto nella mailing list?

Provate sempre a far leggere ad altri lo stesso testo, e ascoltate pareri diversi.

Alla fine del messaggio non dimenticate di inserire una “call to action”. Si tratta di ripetere il punto chiave della vostra strategia di marketing, e di metterla nelle mani del destinatario che riceve la comunicazione. Non chiudere mai il pezzo con una domanda, fa molto scuola elementare e non è corretto. Finisci piuttosto con un suggerimento che darai a chi legge, e di seguito metterai un pulsante per mettere in pratica questo consiglio: “Clicca qui per risparmiare oggi 20 €”

Segreto 4 – Un po’ di psicologia

La tua email marketing racconta una storia. Come in tutte le storie il personaggio principale, il vostro destinatario, è in contrasto con il cattivo. Lui è quello che riuscirà a ottenere il miglior risultato, il maggior sconto, il servizio professionale. L’altro, quello che non si vede, ma di sicuro quello che il vostro destinatario non vuole essere, perderà tutto. Soldi, servizi, prodotti.

Proponiti se possibile con il tuo vero nome, aiuterà il tuo futuro cliente a vederti più sincero, sentirti più vicino alle sue esigenze.

Mantieni un rapporto e invia una mail anche se non devi vendere qualcosa in un determinato momento. Puoi farti sentire dai tuoi destinatari anche senza uno scopo preciso. Ad esempio puoi inviare gli auguri di buon compleanno, se conosci la data di nascita, oppure gli auguri per Natale o per Pasqua. Normalmente sono sempre graditi, specialmente se non li mandi insieme a tutti gli altri, all’ultimo instante, ma ti distingui anche in questo.

Un cliente, ma anche un semplice interessato, deve essere trattato come fosse un amico. Bisogna cercare di rendersi disponibili quanto più possibile, come spesso facciamo noi in Lolli Group con il SEO e il Web Content: diamo indicazioni e suggerimenti a chi ce li chiede, e non necessariamente sono tutti clienti. Spesso chi chiede è un appassionato o qualcuno che vorrebbe ottenere – anche in modo amatoriale – il miglior risultato da proprio SEO e dal Web.

Segreto 5 – Conosci il tuo pubblico

Dovresti creare una mail diversa per i gruppi dei tuoi clienti, per aiutarli a sentirsi capiti e immaginare di avere dall’altra parte della tastiera qualcuno che davvero possa aiutarli.
Ad esempio noi di Lolli Group inviamo una mail, che si inserisce nei nostri sistemi di digital marketing, ogni volta che si apre un bando o un contributo in una zona del nostro paese. Di recente si è aperto un contributo a Napoli della CCIAA per 15.000 euro a fondo perduto, e qualche mese fa c’era un bando simile, per la impresa 4.0 ovvero la digitalizzazione in azienda, a Roma. In tutti i casi abbiamo inviato informazioni non solo ai nostri clienti, ma anche a tutti gli interessati. Naturalmente solo a chi fosse nella provincia di competenza.

Che senso avrebbe mandare a Milano l’annuncio di un contributo per la zona di Catania? Il destinatario penserà che stiate semplicemente spammando a più indirizzi possibile, e si cancellerà immediatamente dalla mailing list.

Infine rispetta i tuoi utenti. Se hai promesso una mail ogni settimana, fallo. Se hai promesso un gadget o un omaggio a chi si fosse iscritto, mandalo.

Non prendere in giro nessuno, perchè la pessima reputazione sul web è molto difficile da eliminare. Si fa molto prima a ottenere commenti positivi con un po’ di gentilezza e di disponibilità.

 


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Web SEO costoso, molto costoso e troppa concorrenza

Proprio nella giornata di ieri ha chiamato un imprenditore della Lombardia, interessato ai servizi SEO, Web SEO, Web Content e in generale al posizionamento del sito web con le parole chiave, ottimizzazione del sito in Lombardia, in questo caso.

La telefonata è stata molto utile per capire, ancora una volta, il punto di vista esterno. Ciò che la maggior parte degli interessati pensa del Web SEO, di ciò che serva per realizzarlo, e probabilmente della professionalità che sia necessaria.

Non possiamo dargli torto, perchè il settore è effettivamente inflazionato da persone che offrono il SEO a prezzi di un chilo di frutta, e chiunque si chiederebbe perchè spendere di più.

Ecco la telefonata. L’abbiamo resa scorrevole, tagliando le parti meno salienti.

  • “Buongiorno, allora mi dica che cosa offrite.”
  • “Il nostro servizio sul SEO, e sulla ottimizzazione per i motori di ricerca, si basa sulla realizzazione di contenuti. Contenuti editoriali unici e originali, scritti per incuriosire il pubblico e rendere interessante e appetibile il sito web anche per Google e Bing.”
  • “Questo lo dicono tutti, voglio avere qualche dato per paragonare le offerte. Ad esempio che posizione offrite e in quanto tempo.”
  • “Premesso che non mi pare lo dicano tutti, o almeno se lo dicono non lo fanno, perchè di contenuti nuovi e originali ne vedo davvero pochini, sul web, specialmente sui siti web commerciali e non blog, proviamo a immaginare uno scenario, se le fa piacere per avere un paragone. Quali parole chiave dovremmo utilizzare, ad esempio? Ne bastano alcune, giusto per avere idea del settore.”
  • “In che senso parole chiave? Non dovreste essere voi a proporle?” (* ATTENZIONE A QUESTO PASSAGGIO)
  • “Non ha alcun senso dire che si indicizza un sito web senza parole chiave. Nello stesso modo io posso certamente immaginare le parole chiave giuste per il suo settore, e anche cercarle sul web e basarmi sui concorrenti, ma preferisco sentirlo dalla sua voce. In moltissimi casi, specialmente quando il prodotto è molto di nicchia, il nostro cliente, ovvero l’azienda, ha competenze molto profonde, e sa perfettamente cosa cercano i clienti. Che senso avrebbe usare parole chiave di nostra immaginazione, quando c’è chi le conosce meglio e sa quali sono da evitare, molto meglio di noi?”
  • “Bene, io produco e vendo fioriere di cemento, e loculi in cemento, “quelli dei nonni, per capirsi” (qui non ho capito io, ma prendiamo le fioriere come esempio).”
  • “Perfetto, diciamo allora, per avere un riferimento, che per arrivare in terza pagina di Google, diciamo intorno alla posizione trentesima o poco più, ci serviranno almeno tre mesi di lavoro ben fatto. Naturalmente ogni mese in più andrà a migliorare.”
  • “Io della terza pagina non me ne faccio niente, io voglio la prima posizione su Google, in terza pagina magari (“magari” = non lo so, ma immagino) ci sono già. E comunque come fa a garantirmi la posizione esatta?”
  • “Torno da capo, e dico che io non ho piacere nel dare questo tipo di indicazioni, perchè la posizione su Google è un elemento che non può essere così preciso e oggettivo. Da dove la misuriamo? Da che zona? In Italia o all’estero? Con un desktop pc o un telefono mobile? Ci sono troppe variabili per essere precisi. Io ho dato una indicazione di massima perchè l’ha voluta a tutti i costi per avere un riferimento. Per me l’indicatore del successo di un sito NON è la posizione su Google, almeno non solo. Sono i contatti ricevuti, le telefonate, le persone interessate e tutto il resto.”
  • “Siamo d’accordo. E quanto costa ogni mese con Lolli Group?”
  • “Se ho capito bene il tipo di business possiamo probabilmente proporle il servizio SEO entry level, con 299 €/mese.”
  • “E’ troppo caro secondo me. Mi hanno offerto a molto meno, posizioni molto più alte di Google.”
  • “Se lei fa il conto di quanto ci vuole a scrivere un articolo, anche da parte di un giornalista esperto come tutti i nostri collaboratori, e moltiplica il tempo per, diciamo almeno 3/4 articoli ogni settimana, e lo moltiplica per le settimane in un mese, si accorge che meno di questo è impossibile. Ovvero è possibile, ma offrendo altri servizi, che non hanno nulla a che vedere con il posizionamento vero.”
  • “Ma voi non fate una scommessa, con me?” (anche in questo caso penso di aver capito, ma non ne sono poi tanto certo)
  • “Non è una scommessa, ma una certezza. Se sappiamo scrivere – e so che sappiamo scrivere – riusciamo a scrivere del suo argomento e di quello che ci gira intorno, ovvero le fioriere in cemento, e scriviamo articoli sufficientemente interessanti, nel medio periodo gli utenti di internet interessati alle fioriere in cemento prima o poi arriveranno sul suo sito. E qui abbiamo i contatti, i lead o come li vuol chiamare. Poi starà a lei, o all’imprenditore cliente, concludere la vendita del bene o del servizio. Se il lavoro è svolto in maniera corretta e bene, non ci sono scommesse che tengano, il risultato è assicurato.”
  • “Va bene, ho sufficienti elementi per paragonarvi ad altri, grazie per ora.”

 

Ricordate la frase sopra, dove ho scritto di fare ATTENZIONE a quel passaggio? Lì c’è un punto chiave, che all’inizio mi era sfuggito, e fa parte dell’offerta di business da parte di molti consulenti o aziende SEO che tentano di “arraffare” il possibile.
Leggiamo insieme questo passaggio pubblicato su Quora da parte di Davide Pozzi, Consulente SEO, che si riferisce proprio a offerte di WEB SEO e ottimizzazione del sito web da 100 euro o importi simili:

Questa tipologia di offerte gira da diversi anni.
Solitamente la proposta viene fatta ad utenti sprovveduti, che non sanno scegliere le parole chiave e quindi vengono guidati nella scelta di “ego-keyword” facilissime da posizionare ma che non portano né traffico, né conversioni.
Massima attenzione comunque al contratto che si firma, alle clausole che parlano di “garanzia di posizionamento” e soprattutto quelle di “risoluzione anticipata” (e relative penali)…

Ed ecco dove il racconto dell’imprenditore di fioriere combacia. Si aspettava infatti che fossi IO a dirgli le parole chiave, e in effetti avrei potuto sceglierle personalmente, trovarne alcune assolutamente non utilizzate (non è così difficile con gli strumenti online) e far vedere come posizionarle ai primi posti di Google.

In effetti un conto è posizionare al primo posto “iPhone”, e tutt’altra cosa è posizionare “radice di tamarindo per gargarismi a Brescia”. Credo che per posizionare la seconda ci sia meno da combattere.

Dunque il consiglio è sempre lo stesso. Controllate cosa vi viene offerto, e non cascate dietro la prima offerta a una cifra ridicola. Non si ottiene assolutamente nulla con 50 o 100 euro al mese, non in ambito informatico. Per arrivare a guadagnarci, chi ve lo propone deve avere un piano che permette di vedervi una sola volta o due in un anno, e passare 10 minuti al telefono in tutto.

Noi, ma anche molte aziende serie come Lolli Group, teniamo i contatti ogni giorno con i nostri clienti, e ogni settimana mandiamo i report Analytics, nel caso ci siano affidati i siti web e la comunicazione digitale. Ogni giorno lavoriamo sui siti, ogni giorno aggiorniamo plugin e attività.

Siamo davvero convinti che con quelle cifre non possiate che perdere soldi, tanto da regalare – GRATIS – ogni settimana una lezione SEO, che potete tranquillamente svolgere da soli. State tranquilli che nessuna di queste attività che noi vi proponiamo GRATIS viene effettuata da chi vi chiede cifre ridicole per darvi in cambio “la prima posizione su Google”. Potete tranquillamente usare una di quelle che trovate nella nostra area di Formazione SEO – Corsi SEO Online Lolli Group per verificare quello che vi sta promettendo il prossimo consulente SEO.

E ricordatevi che uno dei nostri Core Business, dove al contrario del SEO abbiamo pochissimi concorrenti, quasi nessuno, è la realizzazione di Gestionali Personalizzati, creati con FileMaker per cui siamo membri FBA FileMaker Business Alliance.

Per tutte le informazioni o dubbi, scriveteci!

 


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Verifica se sei un umano

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Corsi SEO Online Lolli Group – Facebook Ads o Google ADS?

Non è semplice fornire una risposta alla domanda se sia meglio utilizzare Facebook ADS oppure Google ADS per il marketing digitale. Come spesso accade nel SEO, e come imparerete strada facendo, la risposta potrebbe genericamente essere “dipende“.

I due strumenti Facebook ADS e Google ADS sono molto diversi più che altro per il pubblico che vanno a colpire. Non si tratta di segmentare persone, abitudini o età, ma di capire quale domanda volete intercettare con il vostro annuncio Facebook ADS oppure Google ADS.

Questa parte della domanda è alla base delle maggior parte delle azioni di SEO, eppure è una delle più difficili da capire e comprendere da chi si appresta a inserirsi in questo settore. La domanda dovrebbe già essere stata analizzata con attenzione, perchè da questa derivano anche le famose keywords o parole chiave, senza le quali non esiste un posizionamento, o non si fa altro che brancolare nel buio.

Che cosa mostrano, infatti, i neofiti – o chi si crede un grande specialista – della SEO? Mostrano gli Analytics delle visite al sito. Queste però, non ci permettono minimamente di capire chi sia il nostro utente medio, e a che domanda siamo riusciti a rispondere per farlo arrivare sul nostro sito.

Le domande principali a cui rispondere

Sono principalmente due le domande in gioco, nella decisione di attivare Facebook ADS oppure Google ADS.

  • Domanda Consapevole
  • Domanda Latente

Domanda Consapevole

In questo caso l’utente ha un problema da risolvere, e lo conosce bene. Non importa che l’utente sappia dell’esistenza della nostra ditta, e per la gran parte il nome dell’azienda o del sito web, che ha richiesto notti insonni di decisioni su punti, virgole, trattini ed estensioni TLD, sarà per lui totalmente inutile e trasparente.vans_con_fiori-471-lolli-group

Ad esempio la mia ragazza mi ha fatto notare quanto le piacciano un nuovo paio di Vans, di moda, con i fiorellini. Le desidera tanto prima dell’estate.
Appena solo, vado sul web e cerco, sul mio motore di ricerca preferito, che nella quasi totalità del mondo occidentale è Google:

  • Vans fiorellini

A questo punto avrò una lista di siti che le vendono, o una lista di siti che, pur non vendendole o avendole esaurite, sono nelle prime posizioni. Si, perchè la pubblicità permette di far apparire al primissimo posto delle ricerche il sito di vendita online anche se poi, una volta entrati, le scarpe in questione saranno esaurite, o forse non avranno il numero giusto.
La pubblicità in questo caso intercetta la mia domanda, e, anche se non ha una risposta positiva, mi traghetta comunque verso un sito web. Si immagina che – se proprio non sono lì solo per quel prodotto e basta – io possa trovare qualcos’altro di piacevole per spendere comunque un po’ di soldi.
Salvo trovarmi sempre con lo stesso problema delle Vans a fiorellini pochi minuti dopo!

Domanda Latente

Dalla parte opposta c’è la domanda latente. Anche in questo caso sarà la domanda a portarmi verso la scelta di un’annuncio Facebook ADS oppure Google ADS.zampa-del-cane-lolli-group
La risposta a una tale domanda sicuramente non è nota all’utente, il quale forse non sa nemmeno che esista una risposta alla propria domanda.
Quante volte ci capita di pensare, o di condividere con chi abbiamo accanto, un annuncio di un prodotto che non pensavamo nemmeno che esistesse?

Vediamo un altro esempio, questa volta per una domanda latente.
Ho un cane molto simpatico e dolce, si chiama Stella, ma quando piove e lei va a spasso per i prati, attività che ama moltissimo, si sporca le zampe di terra. E’ del tutto normale, ma – vivendo in un appartamento – mi farebbe piacere se avesse imparato a pulirsi le zampe sullo zerbino, prima di entrare in casa.
Ovviamente non sono riuscito a insegnarlo a Stella, e mi sono rassegnato a pulire la terra nell’ingresso, dopo le passeggiate alla “Singing in the rain”.

Un giorno apro Facebook e vedo un annuncio di pulisci zampe in silicone. Immediatamente e quasi istintivamente entro nell’annuncio, vedo come funziona l’oggetto, non perdo tempo e lo acquisto, risolvendo così – o almeno credo – il problema delle zampe di Stella nelle giornate di pioggia.

Quali ADS utilizzare

La risposta è volutamente semplificata, naturalmente c’è un mondo da approfondire ancora, prima di decidere come spendere il proprio budget in pubblicità digitale.

Questi esempi ci hanno però già indicato la strada:

  • se il mio prodotto può essere cercato (non trovato) dall’utente medio, che utilizzerà le keywords o la descrizione su un motore di ricerca come Google, allora sarà meglio Google ADS
  • se il mio prodotto è nuovo, non ha un mercato preciso, oppure è un prodotto di cui molti ignorano addirittura l’esistenza, allora sarà sicuramente meglio puntare il budget su Facebook ADS.
    In tutti i casi la parona chiave è testare. Provate prima con piccoli budget e diversificate le offerte. Provate con gruppi diversi di persone, con differenti età, cultura, residenza, sesso. Testate entrambe le piattaforme e verificate i risultati.
    Senza questo, la maggior parte del vostro budget, indipendentemente da chi lo raccoglierà, sarà buttato al vento.

N.B.: ci sono molti altri sistemi di pubblicità online, anche Bing, ad esempio, ha il suo sistema di ADS. Ne parleremo in altre occasioni e ne abbiamo già parlato, in questo caso il paragone veniva da domande specifiche di nostri clienti.


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SEO Web Content Management: uno strumento utilissimo

Gli pseudo esperti del SEO sono troppi, il Seo Web Content Management è diffuso anche fra i richiedenti la card per il reddito di cittadinanza. Ci piacerebbe convincere queste persone che – lavorando così – rovinano il mercato, il mercato che da reddito anche a loro. Non riusciamo, perlomeno non ci riusciamo nel centro-sud d’Italia, dove più spesso operiamo, dove tutti credono che l’ottimizzazione per i motori di ricerca sia attività semplice e alla portata di chiunque. E pensare che la maggior parte di questi non sa utilizzare Excel nemmeno per una tabella pivot!

Presi comunque dal solito buonismo, abbiamo iniziato già in altri articoli a consigliare alcuni strumenti utili per le attività SEO. Vorremmo sottolineare che, almeno per il momento, non prendiamo nessuna percentuale per le segnalazioni (anche perchè molto sono gratis, come il prossimo. Ecco dunque un utile strumento per il SEO inesperto o anche per l’aspirante professionista del web content.

SEO Tester Online, gratis per iniziare

Questo sito, Seo Tester Online, raggiungibile a questo link, offre una serie di strumenti molto utili a chi fa SEO, o almeno crede di farlo.

Alcuni nostri clienti disperati dall’assenza di risultato ci hanno mostrato addirittura degli screen shot presi da questo tool, e proposti loro dai consulenti precedenti, come a dimostrare la bontà delle parole chiave utilizzate.

A cosa serve, dunque, questo tool online, che permette di lavorare entro certi limiti anche senza un abbonamento a pagamento?

Analisi del testo SEO

Basta un click e il sistema vi analizza il testo scritto, e vi regala le metriche principali, utili per un’idea di massima, per indirizzare il vostro lavoro.

Attenzione a non prendere nulla, nemmeno questa parte, come oro colato, perchè alla valutazione di un software deve necessariamente essere aggiunta anche quella di un esperto “umano”, con un po’ di esperienza sull’argomento. Nessuo si ferma mai a riflettere su un’unica questione: se fosse tanto semplice, non lo farebbero forse tutti, bene? Invece lo fanno tutti, è vero, ma senza risultati.seo-tester-online-lolli-group

Dunque utile per molti versi, ma non l’unico strumento che vi serve. Ottimo anche per controllare la densità delle parole chiave e degli argomenti che avete pensato per il vostro post.

Analisi dei Competitor

SEO Tester Online ha una funziona che permette di mettere in paragone altri siti web, oltre al vostro, e verificare dunque il comportamento di altri competitors, nello stesso vostro settore. Specialmente quando altri avranno pensato ad affidarsi a un’agenzia di comunicazione digital esperta, piuttosto che a caciottari nel tempo libero (nulla da dire sulle ottime caciotte, ma le capacità per produrne di ottime sono molto lontane da quelle che servono nel SEO e Web Content). Analizzando i concorrenti con uno strumento professionale, potranno venirvi in mente ottime idee per migliorare il vostro posizionamento sui motori di ricerca.

Utile, quasi essenziale

Per chi lavora professionalmente con la SEO e i Web Contents, si occupa di editoria web, scrive articoli e pezzi che vogliano aiutare un sito a raggiungere alti livelli nel posizionamento con un certo gruppo di parole chiave, questo strumento è davvero molto utile, quasi indispensabile.

Ne esistono altri, e il vantaggio di poterli testare quasi tutti senza dover spendere, anche con opzioni limitate senza abbonamenti a pagamento, permette di farsi un’idea generale molto buona, prima di decidere per un’eventuale spesa.

In tutti i casi, a meno che il vostro sia un budget inesistente (in questo caso che azienda pensate di creare?), un software è utile, ma non basta per avere buoni risultati SEO. Affidatevi a una agenzia di esperti, e scoprirete che il budget è speso ottimamente, e vedendo risultati.

 


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Gli esperti del “So tutto io” in crescita

Da parte nostra abbiamo quasi rinunciato, i so tutto io, gli esperti del quartierino, i saggi di tutto lo scibile. In particolare, però, gli esperti del web, di internet, del marketing digitale e della comunicazione.

Abbiamo creato noi questi “mostri”, rendiamocene conto, anche se la maggior parte di chi legge fa parte probabilmente del gruppo sbagliato. Le signore o i signori “So tutto io” sono in realtà sempre esistiti, non sono certo una novità. Quello che ha creato il web, la rete, la possibilità di scambiare informazioni in un attimo da tutto il mondo, è l’impennata di tutti questi campioni di conoscenza.

Ecco perchè noi di Lolli Group amiamo dedicarci a quei clienti che ci affidano completamente un Brand, un Rebranding, oppure un Gestionale Personalizzato da realizzare. Oppure l’ultimissima nostro Progetto Esclusivo, una ChatBot AI con intelligenza artificiale, che permette di rispondere a domande di ogni argomento, e che potrà essere utilizzata in tutti i contesti dove un dipendente in carne e ossa abbia un costo troppo elevato per il servizio svolto: ad esempio potrà rispondere ai clienti e prendere le ordinazioni della pizza, fornire le ultime informazioni sugli aggiornamenti di un listino, prendere appuntamento dal parrucchiere… (QUI il LINK del progetto, e se vi interessa scriveteci, vi faremo avere la prima BETA VERSION da provare in esclusiva)

In questi casi, “stranamente” il “So tutto io” non appare. E’ purtroppo tremendamente sbagliato pensare di potere, da soli, occuparsi della comunicazione web digital, pensare che il SEO sia facilmente assimilabile da un paio di pagine internet, magari pubblicate 3 anni fa (chi ci fa caso, se ci sono belle foto?). Eppure la maggior parte hanno questa certezza.

Non possiamo fare a meno di riportare una lettera al Corriere, pubblicata il 2 Marzo 2019, davvero un esempio più che evidente (clicca qui per vedere il link originale):

Caro Beppe, credo che la crescita esponenziale dei “so-tutto-io” sia andata di pari passo con lo sviluppo della tecnologia digitale. I computer e gli smartphone hanno sostituito il buon senso. Se permetti ti racconto un fatto successo ad un collega, consulente informatico di provata esperienza. Anni fa fu incaricato da una ditta di seguire un cliente che si occupava di spedizioni. Per cause misteriose il software di gestione si rifiutava di emettere i documenti di trasporto o riportava dati sballati in contabilità. Era costato parecchio e al titolare scocciava tenere fermi i mezzi sul piazzale in attesa di un ripristino. Le merci partivano a mezzogiorno, “quando lo facevo io con la macchina da scrivere partivano alle cinque del mattino” aggiungeva sempre la moglie. All’ennesima minaccia di restituire tutto e chiedere i danni hanno contattato il consulente per un’analisi approfondita. Risolti alcuni strani errori, collegamenti al server e altro il gestionale era tornato a funzionare. Una settimana dopo, di lunedì mattina, nuovo blocco. Il consulente riscontra altre anomalie e interroga i dipendenti dell’azienda. Viene a sapere che il venerdì sera è passato in ufficio il figlio del titolare con un amico. Si sono seduti davanti al server e hanno “fatto qualcosa”. Fatto sta che il software ha smesso di funzionare. Fa chiamare il figlio e scopre che l’amico, presentato come “uno esperto di computer”, si era offerto per migliorare la grafica dei documenti che “erano davvero tristi”. Teoricamente smanettava per cambiare un carattere di stampa praticamente metteva tutto fuori uso. Ma il bello arriva alla domanda “ma in quale software house lavora il tuo amico?” “Software house? Ma no, fa il falegname ma è uno che sa tutto di programmi. Dopo il lavoro abbiamo bevuto una birretta e siamo venuti qui. Perché, ha fatto qualcosa che non va?” Il figlio si è preso una pedata nel sedere, l’amico è sparito per sempre, il sistema funziona ancora. Saluti.

Francesco Carli,

 

Il grande problema è che in modo immancabile l’ottimizzazione per i motori di ricerca non arriva, e il signor “So tutto io” dovrà trovare una serie di capri espiatori cui dare la colpa per il casino che avrà fatto sul sito che è andato a toccare.

Spiegare, non collaborare

Un esempio con una semplicissima attività. Una panetteria, in una zona semicentrale a Roma, che voleva pubblicizzare in modo adeguato la propria produzione, fino a renderla disponibile, e se possibile vendibile, attraverso il proprio spazio e-commerce.

La collaborazione, in quel caso, è solo iniziata a livello di due incontri. Peraltro incontri in mezzo a profumi di torte e biscotti da far impazzire anche un non amante dei dolci. Conosco una mamma che avrebbe perso la testa. Forse per mantenere un livello molto “professional”, il proprietario non ha offerto nemmeno un biscotto. Pazienza.

Avevamo già studiato un progettino di total rebranding e di indicizzazione aggressiva, per portare in poco tempo questo panettiere – pasticcere sopra i competitors. Partendo da una posizione nulla, ovvero calcolata (potete farlo voi stessi mandandoci i dati del vostro sito a questo link) oltre la centesima posizione sui motori di ricerca.

Pronti a partire, riunioni e call con tutti i collaboratori per informarli e… niente! Il cognato del titolare spunta dal nulla e dice che può occuparsene lui, può tranquillamente seguire i social e l’editing sei contenuti sul sito. Penserete a un esperto di marketing, di digital, informatica applicata? Beh, non proprio: il cognato faceva anche lui il panettiere.

Inutile dire che dopo qualche mese il sito era nella stessa posizione, e dopo due o tre articoli nelle News non ci sono più stati aggiornamenti. Inutile ancora dire che la parte di e-Commerce non ha mai ricevuto nemmeno un ordine. Il negozio si regge, e continuerà a farlo per un po’, sulla vendita al dettaglio, ma ha perso una grande occasione, perchè all’estero, come nel nostro paese, i prodotti da forno sono fra i più apprezzati del “Made in Italy”.

Il primo prodotto fra i dolci italiani – cercato su Google – in tutto il mondo, lo sapete qual è? La Pastiera Napoletana!

Il maggior problema è l’ignoranza

L’ignoranza è il peggior problema di chi si avvicina al mondo del web, di internet, della comunicazione. Perchè tutti sentano la capacità di potersi confrontare con SEO, SERP, posizionamento sui motori di ricerca, ottimizzazione pagina di internet, non si capisce davvero. Eppure nessuno avrebbe la stessa spocchia nel definirsi un esperto falegname, un bravo elettricista, un ottimo meccanico che possa pensare da solo alla propria automobile.

L’ignoranza fa in modo che, invece, il web sia considerato una sciocchezza, una stupidaggine a cui chiunque, dopo un breve corso sul web, un video di YouTube (perchè difficilmente il signor “So tutto io” legge qualcosa). E i risultati sono davvero disastrosi.

Il vantaggio è per quelle aziende che si affidano ad agenzie capaci. Queste ultime, e non necessariamente deve trattarsi di Lolli Group, hanno qualche vantaggio in più nel riuscire a districarsi fra concorrente tanto poco preparati. I competitors “fai da te” vengono sbaragliati in pochissime mosse, per didicarsi poi a migliorare il posizionamento rispetto a chi abbia un approccio professionale. Appunto, però, non sono in molti.

Decidete quello che volete, ma siate pronti a fare da esempio negativo nel web, se decidete per il “So tutto io”. E – attenzione – prima di dare il server nelle mani del cugino dell’amico di vostro cognato, che ha fatto la “scuola di internettE”, preparate una copia di backup dei dati. Scommettiamo servirà a breve?

 


Per il vostro sito web SEO, per SEO Content, comunicazione online, gestionali aziendali, programma per fatture, gestionale personalizzato o se desiderate un posizionamento nella prima pagina di Google, come per verificare il vostro ecommerce, contattateci:


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SEO Ottimizzazione per i Motori di Ricerca – Verificare il risultato

A cosa serve il SEO ?

Qualsiasi sia il vostro sito, qualsiasi risultato vogliate ottenere dalla presenza sul web della vostra attività o azienda, la ricerca su un motore – dunque il SEO – è la base di tutto ciò che potrebbe portare i clienti al vostro sito.
Anche quando acquistiamo fisicamente in un negozio, spesso cerchiamo lo stesso prodotto online, per verificare caratteristiche e prezzo.
Tutte queste attività sono parte del SEO, e qui trovate un fantastico sistema per visualizzare non solo le imperfezioni o i grandi errori del sito web, ma anche suggerimenti per mettere a posto le pagine e migliorarne la famosa indicizzazione su Google e sugli altri motori di ricerca.
Non è questione di immagini o di video, non è solo questione di contenuti, benchè siano la parte più considerata in questo momento. Si tratta di un insieme di caratteristiche.
Questo sito web, tutto gratuito, permette di verificare facilmente il vostro punteggio generale.
Se vi rendete conto che sistemare tutto è troppo complicato, oppure se non avete tempo di seguire in continuazione il vostro sito web, considerate uno dei nostri abbonamenti per la gestione completa All Inclusive Web SEO, a partire da 199 €/mese, tutto incluso.

Un aiuto da Website Grader per il SEO

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E’ davvero un sistema molto, molto semplice, e offre risultati davvero eccezionali. Chiedete a un professionista SEO e vedrete che utilizza, fra gli altri, sicuramente questo sito. Andate dunque al link: https://website.grader.com/

Iniziate a inserire nella prima riga disponibile l’indirizzo esatto del vostro sito web, ad esempio lolligroup.com. Nella seconda riga inserite la vostra mail di riferimento, es. info@lolligroup.com. Non preoccupatevi, non sarete bersagliati da spam indiscriminato.

 

Risultato SEO sito Web

Dopo qualche secondo o qualche minuto, a seconda di quanto sia grande e complesso il sito web, otterrete il risultato che vediamo qui a fianco. Un numero, seo-verifica-sito-web-controllo-posizione-sito-web-2basato su un massimo di 100//100 e un semplice commento. In questo caso il sito è “Buono”, potrebbe essere “Molto Buono”, “Eccellente”, ma anche peggio.

Ogni attività che svolgerete deve portare a una revisione di questo numero complessivo, e a un suo innalzamento verso il massimo valore.

Scorrere fra i diversi valori

Scorrendo la pagina verso il basso, dopo aver avuto un’idea generale sul valore complessivo del SEO per il vostro web site, potrete vedere uno per uno i valori seo-verifica-sito-web-controllo-posizione-sito-web-3dettagliati di Performance. Molto semplicemente i colori indicano dal rosso al verde, come un semaforo, una situazione migliore o peggiore della media.

Qual è lo scopo? Essere semplicemente davanti ai vostri competitors, in ogni ricerca svolta sui motori di ricerca, con la nostra parola chiave.

Attivarsi e risolvere i problemi

Infine una parte della pagina, in fondo, vi dice “What I should do next?”, ovvero “Cosa devo fare adesso?”.seo-verifica-sito-web-controllo-posizione-sito-web-4

Questa è la parte dove il sito Website Grader vi omaggia dei suoi consigli per risovere le situazioni peggiori, in modo da offrire “in pasto” a Google, Bing e agli altri motori di ricerca, un sito come si deve, un sito che abbia davvero possibilità di posizionarsi in alto nei risultati della ricerca.

Questo è il primo passo, ma pensate che questo sia sufficiente?

 

Sarebbe facile, se bastasse questo

All fine, però, non dimenticate che un sito web deve portare qualcosa di interessante, deve essere movimentato e frequentato, deve portare informazioni e news. Deve, insomma, avere una valenza nel mondo dei miliardi di siti web uguali al vostro. Un conto è, infatti, cercare come parola chiave “Apple”, e ottenere, ovviamente, in prima posizione la famosa casa della Silicon Valley. Un altro è scrivere la parola chiave “Ricette di cucina” e pretendere di essere al primo posto di Google, avendo inserito solo una dozzina di ricette della nonna, e poco altro.

Che motivo dovrebbe avere, Google, per mettervi davanti ad altri?

Diffidate, diffidate, diffidate di chi vi promette di arrivare al primo posto di Google, specialmente se parla di pochi mesi, specialmente quando avete miglioni di competitors. Noi di Lolli Group lavoriamo ogni giorno per mesi e mesi per arrivare a minimi – ma costanti – miglioramenti. Sappiamo perfettamente come lavorare in qualità di SEO Content, diciamo senza usare termini troppo complessi che siamo dei giornalisti digitali, esperti nel SEO. Non ci permettiamo assolutamente di promettere nulla ai clienti, ma facciamo vedere ogni settimana, con i nostri abbonamenti per seguirli 24h/24 in tutto il web All Inclusive, i miglioramenti costanti.

Ci sono alcuni clienti che – dopo alcuni primi risultati – decidono che si possono mettere a dettare la loro legge, in ambito SEO. Ovviamente i numeri, seguendo le indicazioni del cliente, scendono immediatamente. E noi siamo oltremodo felici di far vedere come sia difficile il nostro lavoro, e come sia impossibile improvvisarsi. Di solito, dopo due o tre giorni, si rendono perfettamente conto del problema e la gestione torna a Lolli Group al 100%.


Per qualsiasi informazione mandateci un messaggio utilizzando questo modulo o scrivete a web@lolligroup.com:

Lolli Group Scritta

Creare un sito web non basta per una buona posizione sui motori di ricerca

Lolli Group ScrittaI nostri clienti ci chiedono spesso perchè dovrebbero investire, oltre che nella realizzazione di un sito web, o magari di un sito web e-commerce anche complesso, nella comunicazione, per una buona posizione nei motori di ricerca.

La concorrenza è quasi incalcolabile, e fra milioni di siti che trattano degli stessi argomenti, Google Search e gli altri daranno una posizione fra i motori di ricerca (clicca qui per vedere quanti sono…) posizioneranno – più che altro per dovere – ogni nuovo sito nella pagina numero 1.230.000 all’incirca. Sarà davvero difficile convincere un visitatore a entrarci.

Esistono, certo, i social, e un picco di visite da parte del 20% dei vostri “amici” di Facebook è auspicabile, una volta che avrete pubblicato il post “visitate il mio nuovo sito di e-commerce“, mi aiuterà nel posizionamento con i motori di ricerca. L’altro 80% dei vostri amici penserà, magari anche giustamente, “e chi se ne frega”.

Con la concorrenza di Amazon per le vendite online, seguito a ruota da catene mondiali che investono milioni di euro in pubblicità, le speranze di un ritorno di pubblico, dopo il primo passaggio, sono un po’ pochine.

Gli imprenditori, purtroppo, non si immedesimano nel comportamento degli utenti, e fingono di non considerare le motivazioni che loro stessi seguono quando visitano il web.

Quando poi sono passati molti mesi, e il contatore Google Analytics continua a segnare zero, oppure 1 visitatore (che di solito, non avendo inserito un filtro, è lo stesso proprietario del sito che va a controllare freneticamente ogni giorno se la home page è ancora nello stesso posto), l’azienda inizia timidamente a inserire qualche post, o addirittura una parte di blog, che non migliora molto la situazione. E spesso la grammatica lascia un po’ a desiderare, come nell’esempio della foto. Chi lo scrive, poi, è il nipote del cugino, che ha studiato come si usa WordPress. Da un video su YouTube.

Se il Corriere della Sera uscisse con frequenze casuali, ogni due o tre, o forse otto o dieci giorni, e qualche volta dimenticasse l’uscita per un mese o due, vi ricordereste di chiederlo in edicola? No, semplicemente dopo la seconda “non è uscito, oggi” dimentichereste che esiste, diventando clienti di un’altra testata. (mi perdoni la direzione del Corriere della Sera, l’esempio proprio su questo quotidiano viene solo dal cuore).

Ci chiedono spesso perchè i nostri collaboratori, molti di loro, sono laureati in materie letterarie, umanistiche. La comunicazione di cui necessita un sito web non è fatta di parole accozzate in inglese. Viene letta piacevolmente quando scorre, quando è semplice e ha un significato chiaro. La gente non ha tempo da perdere per intuire cosa un post voglia dire fra congiuntivi e condizionali mischiati a caso.

Noi scriviamo ogni giorno molti articoli, ognuno per un sito differente. Questo Google e gli altri motori lo notano, se ne accorgono, e pian piano la posizione nei motori di ricerca scala la classifica. Volete arrivare nella prima pagina delle ricerche su Google? Chiedetevi se il vostro sito contiene informazioni pertinenti, nuove, interessanti su quell’argomento.

Per arrivare a questi risultati di posizionamento sui motori di ricerca servono, per ora, ancora persone. Perchè il copia incolla degli articoli non è visto di buon occhio: nè dalla legge, con multe decisamente importanti, nè dai motori di ricerca, che sanno benissimo cercare e trovare i “copioni”.

Non vi offriamo necessariamente il nostro aiuto, ma se volete emergere, e non avere un sito con scritto “SCRIVERLO KE DIRTELO NON E’ FACILE”, dovete investire. O vi mettete a scrivere, o lo fate fare ad altri.

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