Marchionne, condizioni stazionarie e irreversibili
Fuori dal gossip, lontano dalle chiacchiere inutili, anche noi, pochissimi e sconosciuti collaboratori di Lolli Group stiamo facendo il tifo per la vita di un uomo speciale e straordinario.
Dispiace per la malattia, dispiace per l’epilogo, dispiace – e molto – per il dolore che in tutti i casi come questo deve provare la famiglia. Che sia composta da compagna, moglie, figli, amici intimi.
Se anche l’ultimo degli italiani ne conosce il nome, e sta in ansia per le sorti del Sergio Marchionne che ha contribuito, forse il verbo è addirittura troppo “leggero”, a risollevare le sorti del gruppo Fiat con annessi e connessi (ma ve la ricordate la fine che stava facendo la Maserati, un’auto da 100 mila euro o milioni dell’epoca, i cui velluti e legni pregiati si staccavano al primo tocco?), vuol dire che la sua esistenza continua a lasciare un segno.
Ora si rincorrono le dichiarazioni di politici e pseudo amici e conoscenti, ansiosi di apparire anche solo in un trafiletto.
Come inaspettatamente fioccano insulti di una brutalità che spero non possa arrivare alla famiglia, perchè del tutto gratuita, e celata spesso dietro un nome di qualche sconosciuto sui social.
Noi in Lolli Group purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di parlarci, con Sergio Marchionne, ma avremmo voluto imparare qualcosa da un uomo così deciso, così furiosamente attaccato alle proprie responsabilità.
In questi giorni avremo forse un nuovo, importantissimo incarico. Faremo incetta non solo delle biografie – quelle serie – reperibili in rete, ma anche di quei pochi volumi nelle biblioteche, per tentare di estrarre qualche frase che possa aiutare anche il nostro futuro.
I grandi, come Marchionne, dureranno per sempre, anche oltre il loro lavoro, anche oltre la loro vita terrena. Ed è appena successo con Steve Jobs, che ancora rappresenta il personaggio più citato, e le sue parole “Stay hungry, stay foolish” – che hanno ormai una dozzina di anni, fanno parte di molte firme standard nelle email di comuni mortali, come in migliaia di citazioni su Facebook e altri social.
Ci stringiamo alla famiglia di Sergio Marchionne con tutto l’affetto possibile, con tutta la forza di gente comune – o quasi – che si è resa conto della traccia indelebile lasciata da una persona, su questa terra.
Non si offendano i sindacati, non si offenda la Confindustria lasciata senza un contributo annuale milionario, non si offendano i lavoratori: per questi ultimi è altrettanto grande il dispiacere, per quelli lasciati in cassa integrazione dalla ristrutturazione posta in essere dall’ex AD di FCA. Lui ha fatto il suo lavoro, l’ha fatto con cura e attenzione, e ha portato i risultati che aveva – probabilmente, nessuno di noi c’era… – promesso.
Un grande abbraccio alla famiglia, e una piccola preghiera da parte di tutti noi, per un miracolo che lo riporti, se non al lavoro, almeno in convalescenza, permettendogli di abbracciare e salutare i suoi cari.
Se potessimo, faremmo di più.
In bocca al lupo, Sergio!
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